ebook di Fulvio Romano

mercoledì 12 marzo 2014

Così il berluschino-Renzi vuol decurtarci le pensioni ed eliminare quelle di reversibilità...

Paghiamo 300.000 euro al mese Carlo Coccarelli per la famosa spending review che, nelle sue mani, diventa il taglio delle pensioni... Notate che tutte le cifre sono lorde e quindi togliete pure le tasse alle cifre apparentemente alte degli importi... Non solo ma il Renzi Cottarelli vorrebbe anche eliminare le pensioni di reversibilità ( i contributi del defunto vengono sottratti al coniuge, senza manco restituire i contributi versati negli anni...). 
La spending review di Renzi cottarelli poteva farla anche un fattorino, senza spenderre tutti i soldi che diamo al Cottarelli semper ridens....

Da Blit quotidiano

ROMA, 12 MAR – Carlo Cottarelli, commissario per la Spending review (taglio della spesa pubblica), vuole tagliare le pensioni alte per destinare quei soldi a nuove assunzioni. Cottarelli parla di un “contributo temporaneo” da richiedere al 15% delle pensioni più alte. Ovvero le pensioni sopra i 2.500 euro mensili, 5 volte l’assegno minimo.

Più probabile che un eventuale intervento riguardi una fascia più alta e più ristretta di pensionati: quel 4,9% che prende una pensione sopra i 3.000 euro al mese, pari a 6 volte il minimo.

Cottarelli, come ormai molti prima di lui, ha nel mirino quindi la “spesa per le pensioni, che è molto alta”. Il commissario propone

un contributo temporaneo per le pensioni oltre una certa soglia, essenzialmente per consentire l’assunzione di nuove persone”, intervenendo sugli “oneri sociali per i neoassunti”.

Contributo temporaneo che, specifica l’agenzia Ansa,non toccherebbe l’85% delle pensioni.

Quindi quali pensioni sono a rischio taglio? La zona rischio

Se il Governo deciderà un contributo temporaneo sulle pensioni più alte salvaguardando l’85% degli assegni, potrebbero essere a rischio coloro che hanno un reddito da pensione superiore a circa 2.500 euro, ovvero la soglia fino a 5 volte il minimo.

Se si guarda ai singoli trattamenti l’82,7% è inferiore ai 1.500 euro e il 95,3% sotto i 2.500, mentre se si guarda ai pensionati il 91,3% prende meno di 2.500 euro al mese.

Secondo i dati Inps riferiti al 2012 (ultimi disponibili) le pensioni fino a tre volte il minimo (1.443 euro al mese nel 2012) erano 19,3 milioni, pari all’82,7% del totale, mentre quelle fino a cinque volte il minimo (fino a 2.405 euro al mese) erano 22.334.000 pari al 95,3% del totale. Nel complesso le pensioni nel 2012 erano 23,4 milioni. Potrebbero essere colpiti quindi almeno un milione di assegni.

Se si guarda ai redditi da pensione (i pensionati possono avere anche più di un assegno) che sono quelli sui quali si sono considerate le soglie negli ultimi interventi legislativi come il blocco della perequazione deciso dal Salva Italia del Governo Monti, i pensionati che hanno un importo fino a cinque volte il minimo (2.405 euro al mese) sono il 91,3% del totale. Sono sotto questa cifra oltre 15,1 milioni di pensionati su 16,5 milioni complessivi. Potrebbero essere colpiti oltre 1,4 milioni di pensionati.

Se il Governo dovesse decidere un contributo per circa il 15% delle pensioni più alte potrebbero essere colpite quelle oltre i 2.500 euro (ma è possibile anche che la soglia scenda a 1.500 visto che sotto questa cifra ci sono l’82,7% degli assegni). Ma anche se il provvedimento dovesse essere sul reddito complessivo da pensione il limite potrebbe essere quello dei 2.500 euro perchè sotto questa soglia c’è il 91,3% dei pensionati. Sempre guardando ai pensionati se si sale fino a sei volte il minimo (15,7 milioni di pensionati) si salvaguarderebbe il 95,1% della platea.