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domenica 23 marzo 2014

Il cemento minaccia le ville del Palladio

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Italia

Il cemento minaccia le ville del Palladio

Ambientalisti in rivolta: fermare lo scempio

Petizione in provincia di Verona: no all’edificazione vicino agli edifici storici

In lontananza si stagliano le colline già ricoperte di un verde smeraldo. Dalla parte opposta un prato in procinto di fiorire e, forse, di trasformarsi in una nuova lottizzazione. Altre case, altro cemento, altro ambiente che diventa cantiere.

Stavolta l’allarme arriva dalla Valpolicella, come meno di un anno fa arrivava da Asolo, e prima ancora dal Montello e dal Vicentino. In un territorio, quello veneto, da secoli capace di mescolare l’arte con il progresso, si alza la voce di chi vuole proteggere a tutti i costi il valore della memoria rappresentata dagli edifici storici. Le ville venete, le palladiane in primis, ancora a rischio. L’ultimo comitato, l’ultima petizione da migliaia di firme riguarda Villa Mosconi Bertani e altre 5 costruzioni in stile minacciate dall’ultimo Piano degli Interventi di Negrar, in provincia di Verona. «Troppo vicino alle nostre amate ville - tuonano dai comitati - che rischiano di venir oscurate».

Così Alberto Passi, presidente dell’associazione per le Ville Venete, ha scritto a Marino Zorzato, vicepresidente della Regione con delega alla Cultura e alla Pianificazione del territorio. «La preoccupazione è seria - spiega Passi -. Le lottizzazioni vanificherebbero aree vocate e già destinate con successo ad agricoltura e turismo culturale, alla produzione di eccellenze agroalimentari e all’ospitalità, al bello del paesaggio e alla cultura, all’arte e alla storia. Aree che producono valori, economici e morali, buoni non solo per le aziende agricole e vitivinicole e per le Ville Venete che ne fanno parte, e sono un vantaggio per l’intera comunità». D’altro canto, le battaglie per il “bello” delle ville palladiane sono all’ordine del giorno in Veneto: Villa Agostini Tiretta, a Giavera del Montello, minacciata dalla costruzione della Superstrada Pedemontana Veneta; e i piedi della Rocca di Asolo, con una mega-lottizzazione che ha scomodato anche il Parlamento. Fino alla battaglia - arrivata anche in Consiglio di Stato - per il progetto dell’elettrodotto che passava con un traliccio di 40 metri nella parco di Villa Tiepolo a Carbonera, appena fuori Treviso. Battaglie vinte dalle ville. Ma succederà lo stesso anche per il collegamento autostradale Orte-Mestre - con un project financing da 10 miliardi – e altri edifici storici a far i conti con il cemento?

In Valpolicella si guarda all’immediato: il comitato “Salva Arbizzano” si è organizzato per recuperare fondi a favore del ricorso depositato al Tar contro il Piano degli Interventi dell’amministrazione Dal Negro. «Il ricorso ha buone chances di essere accolto», spiega l’attivista Giulia Butturini, «vogliamo salvare dall’ennesima cementificazione il paese e preservare il paesaggio non solo a beneficio di chi abita nella frazione, ma anche per le generazioni future e per coloro che lo apprezzano».

Il monitoraggio del presidente del Veneto, Luca Zaia, non si fa mancare: «Bisogna ricordarsi che gli edifici storici hanno vincoli imposti per legge. Per ciò che è di nostra competenza faremo tutte le verifiche del caso, ma sono autorizzazioni comunali, è lì che bisogna bussare». Così al sindaco di Negrar, Giorgio Dal Negro, non resta che insistere: «Nessuno vuole distruggere nulla. Non devastiamo nulla, anzi armonizziamo il nostro paesaggio. Molte opere pubbliche saranno a vantaggio della città, la Valpolicella ancora migliore. Ma quattro case bisogna pur farle se a Negrar le imprese ci sono e l’ospedale cresce».

Ma a guardare i prati di Arbizzano, Alberto Passi non può che rinnovare un sussulto: «In Valpolicella, ma non solo, sono sotto gli occhi di tutti l’attacco al paesaggio, la sottrazione di suolo fertile, lo svilimento delle Ville Venete e, quel che è peggio, la mutilazione o la cancellazione di un’economia preesistente. Quella è un’area vocata e da lungo tempo avviata al successo agricolo, viti-vinicolo, turistico-culturale. Non permettete altri scempi del territorio».

massimo guerretta


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